Mi sento depresso, la notte non dormo. Cosa faccio ? Ho sentito parlare della pranoterapia, chissà se mi può aiutare. Certo, la pranoterapia ovvero energia di vita, quel fluido che il pranoterapeuta trasferisce al paziente attraverso le mani, di cui anche la mente è interessata, va ad interagire nel corpo del paziente sotto forma di calore, in quelle zone in cui si è verificato un calo oppure uno scompenso di tale energia. Il lavoro del pranoterapeuta è proprio quello di riequilibrare il flusso di energia che tutti noi abbiamo, eliminando i blocchi (energetici), cosi facendo l’energia riprende a scorrere liberamente nel corpo riportando la persona in uno stato di benessere: Quanto ci vuole per far si che tutto questo avvenga, dall’inizio alla fine, difficile a dirsi. Certo che, sia il pranoterapeuta che il paziente si rendono conto insieme che il benessere è stato ritrovato: Come? Semplice, si sta bene, ma veramente bene. Interiormente, la mente manda al corpo solo messaggi di benessere. Le controindicazioni quali sono? In pratica non esistono controindicazioni alla pranoterapia, l’energia comunque andrà a influire sui punti di maggior interesse, portando benefici all’unità mente corpo spirito quindi, essendo la depressione un letterale abbassamento di energia, ridare energia è certamente un atto benefico sotto molti aspetti per cui, approfittiamone!!!!!!!!
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martedì 2 marzo 2010
Pranoterapeuta si nasce o si diventa?
Come ci si scopre pranoterapeuti? Mia madre che, parecchi anni fa avendo le mani sempre calde, andò da Massimo Inardi (già concorrente di Rischiatutto) che dopo averla sottoposta a Test particolari si scopri dotata di parecchia energia bioradiante. In qualità di figlio ho ereditato questa particolarità, e circa 20 anni addietro ho approfondito la cosa scoprendo che il Prana era parte integrante del mio corpo. Quindi posso asserire che pranoterapeuti si nasce come in qualsiasi disciplina umana in cui hanno importanza le tendenze innate; ma si diventa anche perché ogni tendenza, al di là dei casi eccezionali, va sviluppata, maturata, arricchita, corretta con una serie di input che si possono chiamare “Formazione”. In molti terapeuti si nota con fin troppa evidenza l’innatismo delle facoltà praniche e l’istintività di alcuni atti terapeutici. L’imposizione delle mani e il tocco sono gesti con un significato universale, tecniche riducibili ai simbolismi propri alla gestualità umana e che si ritrovano attraverso i secoli. La pranoterapia si presenta come una tecnica estremamente semplice, che consiste nel porre le mani in prossimità o a contatto del corpo di una persona per brevi periodi. Il pranoterapeuta nell’atto del trattare può avere diversi tipi di sensazione: caldo, freddo, pizzicore, ecc. L’essenza della pranoterapia è comunque conducibile ad una volontà del terapeuta di dare beneficio al proprio prossimo come atto dovuto.
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Bio pranoterapia - transfert e controtransfert.
Quando ci si accosta alla pranoterapia, in genere, ci si decide a quel passo perché non se ne può fare a meno. Il messaggio del paziente è, perciò, in genere: fammi riacquistare la salute, dimostrami tutta la tua potenza, presto e bene. E’ chiuso nel suo male e desidera esclusivamente di venire liberato. Questo atteggiamento passivo è la conseguenza di un distacco dalla concezione della salute come momento dinamico, che appartiene al quotidiano della vita, anzi al senso stesso della vita. Essere in salute dovrebbe voler dire vivere in armonia con sé, con gli altri, con le leggi del mondo. Invece spesso salute viene intesa come mancanza della malattia. Atteggiamento rafforzato dalla medicina, che chiede al malato di limitarsi a seguire le prescrizioni, senza mettere nulla di proprio, per non correre il rischio di interferire con la scienza medica. Qualunque sia l’atteggiamento del paziente, di passività o di partecipazione attiva al proprio processo di guarigione, comunque egli fa una domanda di benessere e di riabilitazione. E, mentre chiede di essere riportato al suo stato naturale, egli trasmette inconsciamente al terapeuta tutte le informazioni concernenti il proprio malessere, ivi comprese le implicazioni esistenziali, le ambivalenze, i rifiuti, le angosce, le paure ecc. Questo messaggio è il “transfert”, che, nel caso della biopranoterapia, avviene principalmente attraverso la comunicazione bioenergetica. Il terapeuta percepisce dentro di sé quel messaggio sotto forma di vera e propria risonanza biologica e/o emotiva e/o mentale. Questa risposta si chiama “controtransfert”. Egli sente il malessere fisico-energetico del paziente in parti corrispondenti del proprio corpo, che si comporta perciò come una stazione ricevente.
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Noi siamo energia.
Anticamente le arti mediche si basavano sulla consapevolezza che tutti gli esseri umani sono fatti di energia. L’uomo disegnò le mappe dei tracciati che l’energia percorre mentre fluisce attraverso il corpo, già parecchio tempo prima dell’invenzione di macchinari elettronici in grado di intercettare e misurare la corrente energetica. Queste mappe sono il risultato di molti anni di esperienza, esperimenti e pratica, con l’uso dei processi naturali di intuizione e pensiero. In Cina, il fluire del “chi” venne riportato sulla carta con il sistema dei meridiani e dei punti dell’agopuntura; in Giappone, l’esistenza del “ki” è alla base di arti quali l’Aikido, nelle quali il fluire dell’energia viene messo in rilievo con la pratica delle arti marziali. In India, i praticanti di Yoga padroneggiavano l’arte di regolare il “prana” mediante il controllo del respiro. Nell’Antico Egitto si adorava il “ka” del re scomparso. Le pratiche terapeutiche degli Indiani d’America, ruotavano attorno al concetto dell’Uomo come parte del fluire della natura, che è un’emancipazione del Grande Spirito. Ogni tribù aveva una diversa espressione per designare energia. Tutti questi termini indicano l’energia, la forza vitale, che muove tutte le cose nell’universo, e tutte le culture tradizionali ne riconoscevano l’esistenza e l’importanza, sviluppando così delle pratiche per mantenere ed intensificare un flusso energetico sano. Nel ventesimo secolo, alcuni ricercatori hanno scoperto come misurare e intercettare l’energia vitale con l’aiuto di macchinari elettrici o magnetici. Vi è addirittura un indicatore dei punti dell’agopuntura che rivela la maggior carica energetica sull’esatta posizione di ciascun punto. La fotografia Kirlian, eseguita con una tecnica speciale, riesce a catturare immagini dell’aura umana e del campo energetico, come pure l’aura di piante ed animali. Altri marchingegni, attraverso l’emanazione di raggi, riescono a rivelare e misurare la frequenza delle vibrazioni dell’energia vitale di persone e piante ad una certa distanza. E questo è solo qualche esempio delle varie invenzioni che si sono sviluppate nell’ultimo secolo. Tutte queste scuole di pensiero concordano sul fatto che siamo mantenuti e sostenuti da un flusso di energia vitale sottostante. Quando questo flusso è ostruito, ci indeboliamo e ci ammaliamo, mentre quando cessa del tutto , moriamo. Al contrario, quando viene rafforzato e seguito, acquistiamo maggiore forza e salute. Da dove proviene questa energia? L’universo ne è pieno, nel vivo fluire della forza vitale universale. Lo scienziato ritiene che si tratti di una forza elettrica o magnetica, mentre il religioso la mette in relazione a Dio. L’energia viene irradiata verso il basso dal Sole, dalla Luna e dalle stelle lontane, raggiungendoci, come pure riceviamo quella emanata verso l’alto dalla forza di rotazione della Terra. Queste forze energetiche confluiscono su di noi provenendo dal cielo verso il basso “forza yang” e dalla Terra verso l’alto “forza yin” e sono l’origine della creazione di tutte le cose esistenti in natura: persone, animali, piante ed oggetti inanimati.
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