Quando ci si accosta alla pranoterapia, in genere, ci si decide a quel passo perché non se ne può fare a meno. Il messaggio del paziente è, perciò, in genere: fammi riacquistare la salute, dimostrami tutta la tua potenza, presto e bene. E’ chiuso nel suo male e desidera esclusivamente di venire liberato. Questo atteggiamento passivo è la conseguenza di un distacco dalla concezione della salute come momento dinamico, che appartiene al quotidiano della vita, anzi al senso stesso della vita. Essere in salute dovrebbe voler dire vivere in armonia con sé, con gli altri, con le leggi del mondo. Invece spesso salute viene intesa come mancanza della malattia. Atteggiamento rafforzato dalla medicina, che chiede al malato di limitarsi a seguire le prescrizioni, senza mettere nulla di proprio, per non correre il rischio di interferire con la scienza medica. Qualunque sia l’atteggiamento del paziente, di passività o di partecipazione attiva al proprio processo di guarigione, comunque egli fa una domanda di benessere e di riabilitazione. E, mentre chiede di essere riportato al suo stato naturale, egli trasmette inconsciamente al terapeuta tutte le informazioni concernenti il proprio malessere, ivi comprese le implicazioni esistenziali, le ambivalenze, i rifiuti, le angosce, le paure ecc. Questo messaggio è il “transfert”, che, nel caso della biopranoterapia, avviene principalmente attraverso la comunicazione bioenergetica. Il terapeuta percepisce dentro di sé quel messaggio sotto forma di vera e propria risonanza biologica e/o emotiva e/o mentale. Questa risposta si chiama “controtransfert”. Egli sente il malessere fisico-energetico del paziente in parti corrispondenti del proprio corpo, che si comporta perciò come una stazione ricevente.
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martedì 2 marzo 2010
Bio pranoterapia - transfert e controtransfert.
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