martedì 2 marzo 2010

Pranoterapeuta si nasce o si diventa?

Come ci si scopre pranoterapeuti? Mia madre che, parecchi anni fa avendo le mani sempre calde, andò da Massimo Inardi (già concorrente di Rischiatutto) che dopo averla sottoposta a Test particolari si scopri dotata di parecchia energia bioradiante. In qualità di figlio ho ereditato questa particolarità, e circa 20 anni addietro ho approfondito la cosa scoprendo che il Prana era parte integrante del mio corpo. Quindi posso asserire che pranoterapeuti si nasce come in qualsiasi disciplina umana in cui hanno importanza le tendenze innate; ma si diventa anche perché ogni tendenza, al di là dei casi eccezionali, va sviluppata, maturata, arricchita, corretta con una serie di input che si possono chiamare “Formazione”. In molti terapeuti si nota con fin troppa evidenza l’innatismo delle facoltà praniche e l’istintività di alcuni atti terapeutici. L’imposizione delle mani e il tocco sono gesti con un significato universale, tecniche riducibili ai simbolismi propri alla gestualità umana e che si ritrovano attraverso i secoli. La pranoterapia si presenta come una tecnica estremamente semplice, che consiste nel porre le mani in prossimità o a contatto del corpo di una persona per brevi periodi. Il pranoterapeuta nell’atto del trattare può avere diversi tipi di sensazione: caldo, freddo, pizzicore, ecc. L’essenza della pranoterapia è comunque conducibile ad una volontà del terapeuta di dare beneficio al proprio prossimo come atto dovuto.

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